“Un bacio … cosa vuoi dirmi?”
Tutti conosceranno la domanda del famoso cioccolatino. Beh con un bacio si possono dire tante cose. Il bacio è solitamente un simbolo d’amore, c’è il bacio tra due amanti, il bacio tra madre e figlio, il bacio tra fratelli, il bacio tra amici, tutti diversi tra loro eppure accomunati dal fatto che esprimono amore, affetto.
Il bacio ha sempre suscitato grande interesse nella storia delle varie culture ma anche nella scienza, sono stati, infatti, condotti anche degli studi secondo i quali esso è in grado di stimolare neurotrasmettitori e ormoni come l’ossitocina, anche detto ormone dell’amore, le endorfine che sono responsabili delle sensazioni di felicità e benessere, e la dopamina, conosciuta anche come l’ormone dell’euforia, che stimola il centro del piacere nel cervello.
L’apostrofo rosa è così importante da essersi aggiudicato un giorno tutto per sé: il National Kissing Day, il 6 luglio, istituito in Inghilterra nel 1990, ma la giornata internazionale del bacio può essere festeggiata anche il 13 aprile di ogni anno, data scelta grazie al bacio più lungo della storia ad opera di una coppia thailandese, durato ben 58 ore durante una gara.
Ma se guardiamo al mondo dell’arte, quali sono i baci che vi vengono in mente? Sicuramente primo tra tutti il Bacio di Klimt o il Bacio di Hayez, o, ancora, quello tra Amore e Psiche, ad ogni modo tutte rappresentazioni del bacio tra due persone innamorate … ma questo gesto può rappresentare anche altro? Pensiamo, ad esempio, al bacio di Giuda, quello non è di certo il bacio più romantico del mondo. Esso è diventato anche un modo di dire utilizzato quando vogliamo indicare una falsa manifestazione di affetto da parte di chi in realtà sta già pensando ad un tradimento.
“Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: ‹‹Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!››. E subito si avvicinò a Gesù e disse: ‹‹Salve, Rabbì››. E lo baciò. E Gesù gli disse: ‹‹Amico, per questo sei qui!››. Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.”
Matteo 26, 47 – 49
L’apostolo Giuda Iscariota bacia Gesù per permettere alle guardie inviate dal Sinedrio di identificarlo tra i discepoli ed arrestarlo. Il bacio in questione, diventato l’emblema del tradimento, entra a far parte anche delle scene rappresentate da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, a Padova, tra il 1303 e il 1305. La decorazione all’interno del piccolo edificio può esser ritenuta un vero e proprio poema cristiano in cui il tema principale, trattato pittoricamente, è la storia di Cristo; non poteva, dunque, mancare l’episodio avvenuto all’interno dell’Orto degli Ulivi.
In primo piano, davanti ad uno sfondo occupato interamente da un folto gruppo di soldati, vi sono i personaggi principali con al centro Giuda nell’atto di tradire Cristo abbracciandolo. Il traditore, nello stringere tra le braccia Gesù, lo avvolge con il suo mantello giallo, che è la nota coloristicamente più squillante dell’intera composizione, e questo non è un caso dato che in questo modo il nostro sguardo cade sul particolare e fa sì che la nostra attenzione si vada a concentrare sul significato dell’episodio: l’ipocrisia del discepolo che irretisce la vittima.
Non solo quest’episodio della vita di Cristo, bensì l’intera Cappella degli Scrovegni è un vero e proprio capolavoro della pittura del Trecento italiano. Entrando ho provato una sensazione stranissima nell’essere consapevole che lì, proprio dove ero io, molti e molti anni prima, il grande Giotto era intento a realizzare tutto ciò, inoltre le dimensioni della cappella fanno sì che ci si senta letteralmente avvolti dalla bellezza dei suoi magnifici affreschi.