In punta di piedi

Egli la prega di avvicinarsi.

Ella si dirige allora verso il trono

e s’inchina davanti a lui.

E il principe domanda:

“Bella donna, figlia delle grazie e della gioia, da dove viene la tua arte?

Come puoi tu dominare la terra e l’aria nei tuoi passi,

l’acqua e il fuoco nel tuo ritmo?”

La danzatrice si inchina di nuovo davanti al principe e dice:

“ Vostra Altezza, io non saprei rispondervi,

ma so che:

L’anima del filosofo veglia nella sua testa.

L’anima del poeta vola nel suo cuore.

L’anima del cantante vibra nella sua gola.

Ma l’anima della danzatrice vive in tutto il suo corpo.”

Questa che avete appena letto è parte della poesia di Khalil Gibran, “La danzatrice”. Il poeta ci presenta una ballerina a corte che con la sua danza affascina il principe che le chiede come faccia ad essere padrona al contempo della terra e dell’aria attraverso i suoi passi, la risposta della fanciulla è ciò che meglio descrive cosa sia danzare. La danza non è fatta di semplici passi in successione, non è semplicemente un muoversi con grazia, ma è lasciare fuori il resto e abbandonarsi alla propria anima.

Non sono una ballerina e, quindi, non posso descrive ciò che si prova danzando ma mi affido alle sensazioni che provo dinanzi ad una stella che fluttua sul palco, non abbandonando mai davvero il contatto con la terra ma, al tempo stesso, diventando padrona dell’aria; il palcoscenico è la sua tela e attraverso il suo corpo riempie di colori lo spazio in cui si muove, creando la sua opera. Credo che chi danza sia un po’ come un colibrì che vola nel cielo lasciando la scia delle sue acrobazie, così piccolo ma al tempo stesso forte, emblema della perseveranza, di resistenza, di coraggio … simbolo di libertà!

Il tema della danza classica affascina anche l’artista Degas in quanto gli dà la possibilità di analizzare il movimento, non quello libero e spontaneo bensì quello ritmato da leggi precise. Egli esamina il balletto come spettatore dalla platea, dal palco dell’Opéra, ma anche da dietro le quinte, studia quindi dal vero i soggetti delle sue opere e anche quando fa ritorno nel suo studio egli continua ad esaminare tutto ciò che è riuscito ad imprimere nella sua mente quasi come se si fosse servito di una macchina da presa per documentare il tutto.

Il suo modo di lavorare ci viene testimoniato anche dallo scrittore Edmond de Goncourt che lo descrive così: “Il pittore illustra i suoi quadri, e di tanto in tanto li commenta mimando un passaggio coreografico, imitando, nel linguaggio delle danzatrici, uno dei loro arabeschi, ed è divertentissimo davvero vederlo, con le braccia a cerchio, mediare l’estetica del maestro di ballo con l’estetica del pittore.”

Edgar Degas rappresenta le danzatrici anche durante i loro momenti di riposo, come, ad esempio, avviene per le ballerine  in primo piano de La classe del signor Perrot, ma ama perlopiù rappresentarle in uno dei loro movimenti, come nel pastello del 1878 Ballerina sulla scena, e fermare l’attimo sulla carta o sulla tela, come se fosse uno scatto fotografico.

Dopo il 1881 Degas inizia a dedicarsi anche alla scultura, non di certo per abbandonare o prendersi una pausa dalla pittura ma, al contrario, come obbedienza ad un’esigenza pratica e di studio. Lo stesso artista afferma: “È per mia sola soddisfazione che io modello con la cera animali e persone, non per rilassarmi dalla pittura o dal disegno, ma per dare alle mie pitture e ai miei disegni più espressione, più ardore di vita”. Ovviamente la ballerina non può non essere uno dei suoi soggetti preferiti anche nel campo della scultura, ed è per questo che plasmando la cera realizza la Piccola danzatrice di quattordici anni, in una posa statica con la gamba destra in avanti, il volto rivolto verso l’alto e le braccia dietro la schiena nascoste parzialmente dal suo tutù di vero tulle bianco. È proprio l’utilizzo di elementi reali, impiegati per completare la figura, una delle vere novità. Degas utilizza non solo un vero tutù di tulle, ma dei capelli veri raccolti dietro la nuca e delle tipiche scarpette di danza in raso.

Edgar Degas, Piccola danzatrice di quattordici anni, versione in bronzo.

L’opera, come prevedibile, non fu esente da critiche. Presentata alla mostra degli Impressionisti del 1881, essa venne ampiamente criticata, si dice che alcuni l’abbiano paragonata anche ad una scimmia o ad una mummia azteca, in realtà Degas si è solo affidato ad un profondo realismo, indagando la figura con una minuzia quasi scientifica.

Esistono diverse versioni della Piccola danzatrice di quattordici anni, l’opera fu però realizzata in bronzo solo dopo la morte dell’artista, cercando di preservare al meglio le caratteristiche della cera.